martedì 23 giugno 2015

Si continua a camminare!!

Si!!
Ho deciso che si continua a camminare.
Sono tante le cose che potrei dire, ma non basterebbe tutta la memoria del blog a contenerle.
Voglio solo dire questo: sono sempre pronto a camminare e a vivere la mia strada in salita, perché so cosa mi aspetta alla fine...
Riprenderò anche a scrivere sul mio blog, anche solo piccoli pensieri, ma giusto per condividere con voi quello che sto vivendo, quello che penso, quello che amo, quello che desidero, quello che spero.
La vita è bella, viviamola fino in fondo, non facciamoci scoraggiare da nulla, ma affrontiamo tutto, perché io ne sono certo: non siamo mai soli. Il Signore è sempre con noi, anche in mezzo alla tempesta, anzi proprio lì Lui è più vicino a noi. A noi il compito di rendere la nostra vita speciale...io ci voglio provare e tu?
Buona salita a tutti!!

mercoledì 26 febbraio 2014

Ringraziamenti prima messa!

Ringraziamenti Prima Messa.
Famiglia Trinitaria.

“Tu Sei Santo Signore Dio unico, Tu Sei Forte, Tu Sei Grande. Tu Sei l’Altissimo, l’Onnipotente, o Padre Santo Re del Cielo e della Terra. Tu sei Trino e Uno Signore, Tu sei il bene, tutto il Bene. Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà. Tu sei pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei la pace. Tu sei gioia e letizia. Tu sei la nostra speranza. tu sei giustizia. Tu sei temperanza. Tu sei ogni nostro ricchezza. Tu sei bellezza. Tu sei mitezza. Tu sei il protettore. Tu sei il custode e il difensore nostro. Tu sei fortezza. Tu sei rifugio. Tu sei la nostra speranza. tu sei la nostra fede. Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza. Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio Onnipotente, misericordioso Salvatore.”

“Mi fu rivolta questa parola dal Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che ti ordinerò. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti».” Ger 1,4-8.
Signore, questo brano biblico per me è sempre stato attuale. Quante volte ti ho domandato perché io, perché io così giovane, così immerso nei miei problemi della giovinezza, dell’adolescenza, con la mia voglia di vagare per il mondo, di spaccare il mondo…perché? Ancora non mi hai dato molte risposte, io in tanti modi ho cercato di farti deviare da me, ma Tu mi ami così immensamente che mi hai scelto. Più mi sentivo peccatore e più Tu eri li, Padre Misericordioso, a prendermi per mano, a rialzarmi da terra e a dirmi: Figlio mio, coraggio, non temere, Io con Te. Tante volte ti volevo dire di no, perché in questi anni ho scoperto veramente chi sono, ho scoperto non solo quelle che possono essere le mie qualità, ma in modo particolare quelle che sono le mie debolezze, le mie fragilità. Ma Tu, mi chiami per quello che sono, mi chiami per l’immenso amore che hai per me. Ti rendo lode proprio per questo grande Amore che hai verso di me. Mi prometti ogni giorno che Tu sarai accanto a me per proteggermi, ecco: custodiscimi ogni giorno nel Tuo Amore, fai di me ciò che a Te piace; per il passato e per il presente ti rendo GRAZIE, per ciò che verrà MI FIDO DI TE. Per questo ti dico: Eccomi Signore, si compia in me secondo la Tua Parola.

Famiglia del Cielo.

Non posso non ringraziare Colei che è la Mamma di Tutta questa Famiglia: Maria. Lei che ha detto Si al Signore, che per prima si è sentita immersa in questo grande mistero di Amore, che ha detto Si anche se forse non capiva a pieno ciò che stava capitando. Cara Maria: quante volte mi sono rivolto  a Te, per aiutarmi nel prendere le decisioni, quante volte sei stata Tu Colei che mi ha sempre detto: “Fai ciò che Lui ti dirà”. Mi hai sempre condotto a Lui, anche quei due giorni, in quella bellissima piana di Montorso, dove nella Tua Casa di Nazareth anche io ho detto il mio SI. Aiutami e sostienimi con il Tuo guardo di Madre, perché possa sempre dire il mio Si al Signore, possa sempre affidarmi a Lui e a Lui solo rendere lode.
Nella grande famiglia del Cielo ci sono tutti i Santi che nella loro vita hanno reso Gloria e Lode a Dio. Alcuni di loro sono stati miei maestri, miei compagni di viaggio, la loro vita mi ha sempre ispirato, mia ha illuminato; ho chiesto spesso il loro aiuto durante il mio cammino e continuerò sempre a farlo. Non possono che iniziare da te Glorioso martire San Simplicio, a te la mia lode e il mio ringraziamento, continua ad intercedere per me, perché come te possa anche io donare la mia vita per Cristo e testimoniare la mia fede fino all'estremità della Terra. Caro San Francesco d’Assisi, tu sei uno degli ispiratori della mia vita, a te mi sono sempre rivolto, non ti chiedo nient’altro che questo: rendimi un umile servitore nella vigna del Signore. Caro San Filippo Neri, a te che con tanta gioia ti sei dedicato all'educazione dei ragazzi fa che possa emanare anche io tanta gioia in ogni persona che incontrerò nel mio cammino. Caro San Giovanni Bosco, santo e forte educatore dei giovani, aiutami a far crescere nella fede, nella speranza e nella carità tutti i giovani che incontrerò nella mia strada, aiutarmi a farli sperimentare l’Amore di Dio; ti chiedo in modo particolare di vegliare su tutti i giovani di Olbia.

Famiglia Terrena.

Ti rendo lode o Padre per la bellissima famiglia terrena che mi hai dato: mamma Maria, papà Maurizio e il mio fratellino Luca.
Cari mamma e babbo: GRAZIE. Grazie per ciò che siete stati nella mia vita, grazie per ogni attimo della vita che mi avete donato, grazie per il dono della vita, grazie per il sostegno nella crescita, grazie perché ci siete stati e perché ci sarete ancora durante il mio ministero. Ne abbiamo passate tante in questi anni, cambio di lavoro, cambio di casa…si forse non abbiamo mai avuto in questi anni un tetto che fosse nostro, delle mura che fossero nostre, e se ce le abbiamo avute abbiamo dovuto venderle…ma non importa: noi quattro formavamo la nostra casa. Grazie perché mi avete insegnato due cose fondamentali nella vita di ogni uomo: la libertà e la verità. Si, mi avete sempre lasciato libero nelle mie scelte, ma mi avete insegnato che una scelta va presa non solo con libertà, ma anche avendo sempre presente la verità.
Cara mamma, grazie per tutto, quando penso a te mi vengono in mente le parole del Vangelo: “custodiva tutte queste cose nel suo cuore”, perché tante parole ti ho rivolto, tante volte sono stato in silenzio e tu non capivi e non riesci ancora a capire i miei stati d’animo, allora conservi tutto ciò nel tuo cuore e lo affidi nella preghiera al Signore. Grazie per il tuo grande esempio di servizio alla famiglia. GRAZIE per tutto ciò che sei per me.
Caro babbo, grazie per tutto. Non posso dire che mi hai insegnato i grandi dogmi della Chiesa, i grandi pensieri teologici o filosofici, mi hai insegnato una cosa fondamentale: essere uomo. Si, nonostante i difetti che puoi avere, mi hai insegnato cosa vuol dire donare tutta la propria vita per la propria famiglia, mi hai insegnato cosa vuol dire faticare, cosa vuol dire fare sacrifici per portare a casa un pezzo di pane. GRAZIE, perché tutto ciò non si impara nei libri, ma nella vita concreta. Ti chiedo solo una cosa: continua ad essere come sei, ho ancora bisogno di te; ho ancora bisogno di quel padre che quando ero piccolo prima di addormentarmi mi prende la mano fino a quando non mi addormento e mi fa sentire al sicuro.
Caro fratellino. GRAZIE. Se penso a tutti questi anni mi domando: ma quante ne abbiamo combinate? Si, ne abbiamo combinate un paio. Tante volte ci siamo presi per i capelli, ma ciò non è mai stato sintomo che non ci volevamo bene, anzi…ce ne vogliamo di più. Forse non ti ho fatto sentire mai la mia presenza forte vicino a te, ma ti ho sempre detto che io per qualunque cosa c’ero e ci sono sempre. E da alcune informazioni raccolte ho saputo che ogni volta che rientravo ad Olbia tu ti sentivi più sicuro, eri più tranquillo, come se sapevi che avevi vicino il tuo fratellone, che non ti avrebbe mai lasciato solo. E ricordati: io sono e resterò sempre il tuo fratellone. Un grazie anche a te Francesca, per tutto ciò che sei per mio fratello e ormai per tutta la famiglia. Auguro a voi due ogni bene. Che il Signore possa benedirvi e sostenere nelle vostre scelte di vita.
Un GRAZIE particolare a mia nonna. Che in tutti questi anni mi è stata accanto e mi ha sostenuto nel mio cammino. Mi ricordo ancora un momento importante della mia vita in cui ero in forte crisi e lei mi chiese di pregare insieme il vespro; fu un momento bellissimo e di profondo incontro con il Signore. Grazie per tutti i tuoi consigli, grazie per ogni volta che ci sei stata.
GRAZIE a tutti i miei familiari: Zia Anna Maria e zio Pietrino, Padrino Giovanni, Zio Angelo; i cugini, che sempre mi hanno sostenuto nel mio percorso e mi hanno dato tanto sostegno e affetto: padrino Marco con Anna Rita, Roberto, Fabrizio con Daniela, Donatella con Giuseppe, Alessandro con Sandrina, Samuele con Anna, Fabrizio, Federico, Silviano e Valeria. Caro Padrino Giovanni, grazie di tutti questi anni, di tutta la tua vicinanza che mi hai mostrato in questi anni, nonostante la lontananza fisica; non ho mai dubitato della tua presenza nella mia vita e del tuo sostegno. Padrino Marco grazie per ciò che sei, grazie del tuo sostegno, di tutto il tuo affetto e della tua vicinanza nel mio cammino. Un grazie a tutti i parenti da parte di mio padre, in particolare: Zia Graziella, zio Tarcisio, zia Concetta e tutti gli zii di mio padre; il Fabio con la Carmen, la Barbara, il Paolo con la Nicoletta e tutti  i cugini di mio padre. Un grazie particolare a tutte le zie di mia madre, in modo particolare un ringraziamento a Zia Virginia che ora da lassù nel cielo gioisce con noi per questo evento che tanto ha atteso in terra, ma che vive ora su nel cielo. Cara zia, GRAZIE di tutta la tua vicinanza, del tuo sostegno e del tuo aiuto; da lassù veglia su di me e su tutta la nostra famiglia. Un grazie a tutte le cugine di mia madre che mi hanno sostenuto in questi anni e che continuano a sostenermi nel mio cammino. Un grazie anche a tutti i cugini di secondo grado, con cui non c’è solo un legame di parentela ma anche di profonda amicizia e per questo lodo il Signore e ringrazio a voi per la bellissima relazione profonda che si è instaurata in questi anni.
La famiglia negli anni si è ampliata ed esistono alcuni membri, che forse non c’è legame di sangue, ma vi è nato un legame profondo, che in qualche maniera possiamo dire sacramentale. GRAZIE  a te carissimo Nicola, figlioccio mio. Grazie innanzitutto per la pazzia che hai avuto nel volermi come tuo padrino di cresima. In tutti questi anni ti ho mostrato, forse non in maniera piena, la mia vicinanza, forse dovevo farlo con più forza, ma non ho mai voluto invadere la tua libertà. Ti ho sempre detto che io c’ero, che ci sono e ci sarò sempre, e starò sempre ad aspettarti per darti un consiglio, per starti vicino nei momenti in cui hai bisogno di un fratello maggiore.
A voi cari compari: Monica e Gavino. Mi avete seguito in tutto il mio percorso, mi avete voluto bene e mi volete bene come un figlio. Vi ringrazio di tutto, anche per voi ci sarò sempre e anzi vi chiedo SCUSA. Scusa perché non vi sono stato abbastanza vicino con la morte di Alberto, non vi ho saputo dare delle risposte a tutti i vostri perché…forse perché non ne avevo nemmeno io di risposta, se non la fede. Ora anche lui lassù nel cielo gioisce con noi e vi è sempre vicino, veglia su tutti voi, in particolare sul piccolo Riccardino a cui auguro ogni bene di questo mondo e su invoco la benedizione del Signore.
Famiglia – Chiesa:
Ed ora passo a quella famiglia di cui sono stato reso partecipe grazie al profondo amore dei miei genitori il 29 gennaio del 1989: la CHIESA. Una famiglia nella quale ho incontrato tante famiglie e dove è maturata la mia fede e la mia scelta vocazionale.
Grazie alla comunità parrocchiale di Gesù Bambino di Praga in Ozieri. La prima comunità in cui è iniziato il mio percorso cristiano, in cui ho conosciuto il Signore e in cui ho ricevuto per la prima volta l’Eucaristia. Grazie a Padre Giuliano e a tutti i padri carmelitani scalzi che mi hanno sempre seguito e anche dopo il mio trasferimento hanno sempre continuato a pregare per me e ad avere molto affetto nei miei confronti in particolare dopo l'inizio del mio percorso in seminario. Grazie a tutte le mie catechiste e a coloro che mi hanno seguito in quegli anni. Grazie a tutti  i miei compagni: dall’asilo alla scuola media, dal catechismo agli incontri parrocchiali.
Dopo il mio trasferimento ad Olbia ho trovato, grazie ai miei genitori, una nuova comunità parrocchiale nel quale proseguire il mio percorso di vita cristiana: la bellissima e gloriosa comunità di San Simplicio. GRAZIE. Grazie a tutti voi. Grazie a lei don Giovanni, che appena arrivato mi ha accolto nella sua parrocchia, grazie per tutto ciò che mi ha insegnato e per ciò che ancora ha da insegnarmi, non solo per quella che è la vita di un buon cristiano, ma per quello che è il ministero del sacerdote. Mi ricordo ancora del giorno in cui sono venuto con i miei genitori a dirle che volevo entrare in seminario, mi ricordo i suoi occhi come erano pieni di commozione. Mi ricordo di tutti questi anni in cui mi ha accompagnato; sono certo che ogni volta che dopo la Messa si metteva in ginocchio davanti al Santissimo, nelle sue preghiere c’ero anche io; grazie anche per tutto il sostegno, non solo morale, ma anche materiale che mi ha dato in questi anni della mia formazione.
Non riesco a ringraziare tutti voi uno per uno, mi verrebbe complicato e sicuramente dall’emozione dimenticherei qualcuno. Vi ringrazio tutti, in questi anni mi sono sentito accompagnato, mi sono sentito voluto bene, mi sono sentito accolto, mi sono sentito amato. Grazie perché mi avete sostenuto sotto tutti i punti; spirituale, affettivo, morale e anche economico; ognuno di voi quando poteva mi dava sempre qualcosa e ciò avviene ancora tuttora. Ma il ringraziamento è ancora oltre. Ogni volta che mi guardavate che vi avvicinavate a me vedevo qualcosa nei vostri occhi che mi sconvolgeva: vedevo in voi la fiducia nei miei confronti, voi credete in me, avete pregato tanto per me. GRAZIE perché ciò mi ha sempre dato una carica immensa, perché ciò mi ha permesso di arrivare dove sono ora, mi ha permesso di superare tanti momenti difficili. Vi chiedo una cosa: continuate a pregare per me perché il mio cammino è appena iniziato, continuate a pregare per le vocazioni, continuate così. Ricordatevi che un sacerdote viene fuori da una comunità parrocchiale che prega, che ama e che vive secondo lo Spirito di Dio.

Ora vorrei ringraziare una famiglia molto importante per me, una famiglia che mi ha reso quello che sono, una famiglia nella quale non solo sono cresciuto cristianamente, ma nella quale ho conosciuto quelli che ora sono i miei più cari amici, una famiglia nella quale è venuta fuori la risposta alla mia vocazione, una famiglia nella quale è cresciuto in me il desiderio di seguire il Signore in maniera speciale. Una famiglia nella quale non si è soli a dire il proprio si, ma si dice: Ecco il nostro Si. GRAZIE all’AZIONE CATTOLICA ITALIANA. Questa grande famiglia ha segnato per sempre la mia vita, infatti sono entrato a farne parte il giorno del mio compleanno: 18 novembre 1994, avevo sei anni. In questa famiglia sono cresciuto non solo a livello cristiano, ma anche umano e affettivo. In questa famiglia ho sperimentato in maniera profonda cosa sia la Chiesa. Questa famiglia mi ha permesso di uscire fuori dalla Sardegna e di conoscere nuovi mondi, nuove persone, nuove culture, nuovi amici che come me facevano il cammino cristiano in AC, era bello incontrarli, perché anche se non li conoscevi, anche se venivi da posti lontani, era come essere a casa, perché dove c’è AC c’è CASA, quindi c’è una famiglia. Voglio ringraziare tutti coloro che sono stati i miei educatori, tutti coloro che mi hanno seguito in questi anni nel mio percorso. Voglio ringraziare tutti i membri di AC che sono presenti qua oggi e che erano presenti qua ieri e che sono venuti da molto lontano per questo evento importante per la mia vita. Ringrazio tutta l’AC diocesana e parrocchiale, tutti i membri dell’equipe ACR e dell’equipe giovani per la collaborazione avuta in questi anni. Ringrazio tutta l’AC nazionale per l’affetto e la stima che mi hanno dimostrato in questi anni e per i meravigliosi auguri per la mia ordinazione.
Di tutti voglio ringraziare due persone in particolare: Simona e Giovanni. Grazie perché siete stati e sarete per sempre i miei educatori, coloro a cui chiederò sempre un consiglio, coloro che di sicuro non avranno mai problemi a dirmi: ma che stai facendo?? Lo fate non tanto perché mi volete legato a voi, ma perché tenete a me, perché mi volete bene e perché volete che sia sempre nella strada della santità per diventare un santo sacerdote e poter condurre tutti coloro che mi verranno affidati a Cristo. Grazie per tutto ciò che mi avete fatto vivere, per tutte le possibilità che mi avete concesso, in modo particolare quella di essere EDUCATORE. È stata l’esperienza più forte nella mia vita, ciò che mi porterò sempre con me. GRAZIE per la fiducia che riponete nei miei confronti. E scusate per le volte che magari vi ho fatto perdere la pazienza. Non potete scappare perché ho ancora bisogno di voi…. Magari facendo anche qualche cena assieme che non fa mai male.
E ora rivolgo delle ultime parole a tutta l’AC: “Non avere paura, Tu appartieni alla Chiesa e stai a cuore al Signore che non cessa di guidare i tuoi passi verso la novità mai scontata e mai superata del Vangelo”. AC continua la tua opera di evangelizzazione e di educazione delle coscienze per condurre più ragazzi, più giovani e più adulti verso l’Alto…cioè verso la santità.

Vorrei ora ringraziare tutte quelle famiglie che ho incontrato nel mio percorso durante gli anni del discernimento vocazionale e della formazione al sacerdozio.
Ringrazio il Seminario Diocesano di Tempio, che per me è stata una vera famiglia, una casa dove innanzitutto ho approfondito la mia fede, ho iniziato in maniera più profonda il mio percorso di discernimento vocazionale. Ma il seminario non è fatto di muri, ma di persone e quindi voglio ringraziare innanzitutto coloro che sono stati i miei educatori: don Gianfranco Saba che ho avuto come rettore prima a Tempio e poi a Cagliari, oltre che averlo come con – parrocchiano; grazie per tutti questi anni di passati assieme nella formazione, grazie perché ha creduto in me, nonostante gliene ho combinate alcune, ma lei riusciva ad andare oltre, anzi a sfruttare quegli eventi per farmi crescere, anche se alcune volte era molto difficile. Ringrazio ancora: don Efisio (avuto per poche settimane come vice-rettore), don Joseph, don Rinaldo Alias (allora ancora seminarista), don Mirko Barone e don Santino Cimino per tutto l’affetto che hanno che mi hanno donato, per i tanti momenti di confronto e per i tanti momenti anche di aiuto e anche per quando hanno tentato di mettermi a dieta. Grazie a tutti coloro che sono stati i miei compagni di viaggio che hanno lasciato il cammino e a cui auguro ogni bene: Dario, Gerolamo, Luca, Angelo, Mario, Fabio, Giancarlo, Gianluca e Antonio.
Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno intrapreso quest’anno il cammino in seminario o che lo stanno proseguendo: Davide, Alfredo, Marco, Salvatore e Alessandro. A voi auguro di vivere un momento della vostra vita intenso, ricco di momenti di crescita e di amore, affidatevi sempre all'Amore libero e gratuito di Dio. Un altro pensiero va ai miei con diocesani che sono nella formazione filosofica e teologica: Dario, Daniele, Giuliano, Cesare, Antonio e Giorgio. Vi auguro di proseguire con totale fiducia nel Signore il vostro percorso di vita, ricordandovi che “Tutto possiamo in Colui che ci da la forza” perché “Nulla è impossibile a Dio”. Ma voglio rivolgere un ringraziamento speciale a te, caro amico: Cesare. Da anni ormai la nostra bella amicizia va avanti, ci conosciamo già da prima del seminario, poi tu sei entrato prima di me, ma poi hai lasciato il percorso che stavamo facendo assieme per intraprenderne un altro, ma da quel momento la nostra amicizia non si è conclusa, anzi è diventata sempre più forte, meglio non ricordare tutti i momenti perché altrimenti la gente ci prende per pazzi; ma sapevamo entrambi che nei momenti di difficoltà l’uno c’era per l’altro. Ti ho scelto in questo giorno al mio fianco, non solo per far vedere alle persone che c’è qualcuno più grosso e alto di me, così pensano che sia magro; ma proprio per l’affetto che provo nei tuoi confronti e per l’amicizia che ormai ci unisce da anni. Vicini sempre nella preghiera.
Ringrazio il Pontificio Seminario Regionale Sardo che è stato il luogo della mia formazione per cinque anni; anni difficili, ma belli che ricordo che tanto affetto. Nonostante la fatica, posso dire che sono stati anni un cui ho maturato, non solo come uomo, ma anche come cristiano e come giovane in cammino verso il sacerdozio, anche se spesso il lavoro più grande è stato mio personale. Si, ho dovuto lavorare molto personalmente per poter crescere e maturare nella fede, nell'umanità e nella vocazione. Ringrazio tutti coloro che sono stati i miei educatori e che in qualche modo nel loro piccolo hanno lascito un segno nella mia vita.
Un ringraziamento va anche ai miei compagni di classe: Alessandro, Paolo, Stefano, Marco, Matteo, Gerolamo, Massimo, Simone, Francesco e Danilo. Vi ringrazio di questi anni passati assieme; forse con molti di voi i legami non sono andati sempre bene, abbiamo avuto dei contrasti, ma possiamo dire che questi sono serviti per farci maturare tutti insieme.
Non posso non ringraziare due compagni, anzi, sono più di due compagni di classe: Romolo e Roberto. Carissimi, abbiamo fatto tutto il percorso assieme, con qualche difficoltà, ma anche con tanto entusiasmo e voglia di camminare assieme. Caro Romolo grazie di questi anni, grazie della tua amicizia che col tempo è andata a formarsi e a consolidarsi, ma che ancora ha tanto da camminare; grazia di ogni tuo consiglio, perché sono certo era sempre fatto col cuore; grazie di ogni momento vissuto assieme, di gioia, di difficoltà, di confronto e anche di viaggio. Caro Roberto, grazie di questi anni assieme, grazie della tua presenza, ti auguro di arrivare presto a questa tappa importante.
Un grazie ancora a tutti coloro con i quali in seminario ho stretto un legame forte e con cui ho vissuto dei bellissimi momenti di amicizia: Maurizio, Enrico, Marcello, Diego e Giuseppe. Grazie della vostra splendida amicizia. Ringrazio tutti coloro che sono presenti qua e con i quali ho vissuto un pezzo di strada in questi anni a Cagliari. In particolare a te caro Diego ti ringrazio della profonda amicizia che abbiamo instaurato in questi anni e che continua sotto il lume della preghiera reciproca, del sostegno e dell'affetto; continua nel tuo percorso ad affidarti sempre al Signore.
Un ringraziamento alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna dove ho compiuti i miei studi filosofici e teologici. Grazie a tutti i professori e a tutti i compagni.
Vorrei ora ringraziare tutti quei luoghi in cui ho svolto il mio apostolato negli anni a Cagliari: le Missionarie della Carità e la mensa Caritas Diocesana; la cappellania San Michele dell’ospedale Brotzu e la parrocchia di San Pio X in Cagliari. Un ringraziamento a tutte le persone che ho incontrato in questi anni in questi luoghi dove ho svolto il mio servizio, ogni luogo ha lasciato qualcosa nella mia vita che è impresso tutto nel mio cuore. Un ringraziamento speciale a don Giorgio Vacca cappellano dell’ospedale che mi ha seguito nei due anni che ho prestato servizio e a tutti i ministri e collaboratori che mi hanno dimostrato sempre tanto affetto e mi sono sempre stati vicino nel mio percorso. Un ringraziamento anche a don Giovanni Ligas, parroco di San Pio X, che mi ha seguito nell'anno di pastorale svolto da lui.
Come sapete dall'anno scorso ho iniziato la mia esperienza romana e che anche dopo questi giorni continuerà per un po’ di tempo. Vorrei allora ringraziare l’Università Pontificia Salesiana, tutti i professori che mi stanno accompagnando nel mio percorso di studi, ma ancor di più vorrei ringraziare tutti i compagni di studi, in particolare: Domenico, Daniele e Cristiano, con i quali è nato un profondo legame di amicizia e per il quale ringrazio ogni giorno il Signore di questo grande dono. Ringrazio anche la comunità San Tommaso presso la quale alloggio, ringrazio il direttore don Josè Luis Plascencia, arrivato quest’anno e ringrazio anche quello precedente che mi ha accolto il primo anno: don Giorgio Zevini. Ringrazio tutto il consiglio della casa e tutti gli studenti con i quali posso dire di aver vissuto e di vivere ancora dei momenti fantastici. Vi dico la verità: la crescita più grande che sto avendo è quella umana, perché questa esperienza mi sta facendo conoscere persone di tutto il Mondo e la testimonianza umana e cristiana che mi danno è così grande che non posso rimanerne indifferente.
Durante il fine settimana vivo un’esperienza fantastica presso la comunità parrocchiale di Fontana Liri, in provincia di Frosinone. Ringrazio il parroco don Pasqualino che mi ha accolto e con il quale si è instaurato un bel rapporto. Ma ringrazio veramente tutta la comunità che da subito mi ha accolto e mi ha trattato come se fossi uno di famiglia. GRAZIE  a tutti.
Un ringraziamento anche a due comunità parrocchiali che mi hanno accompagnato in questi anni: la comunità di Sant'Antonio di Padova e quella della Madonna del Mare, continuate a pregare per me e per le vocazioni.

Vorrei ora ringraziare quella nuova famiglia di cui sono entrato a far parte proprio ieri con l’ordinazione sacerdotale: il presbiterio. Ringrazio tutti i sacerdoti che ieri e oggi sono qui presenti e che mi hanno accolto nel presbiterio. GRAZIE. Vi chiedo una cosa: accoglietemi come un fratello minore che ha bisogno di fratelli maggiori per iniziare questa nuova vita. Mi fido di voi.
Un ringraziamento speciale ad alcuni sacerdoti che mi hanno seguito da vicino in questi anni. Innanzitutto a te caro don Paolo Pala che undici anni fa mi hai fatto conoscere il seminario attraverso i ritiri mensili, dopo uno splendido campo scuola vocazionale. Grazie per avermi seguito in tutti questi anni, grazie per ogni tuo consiglio, grazie per ogni tuo gesto di affetto, grazie per i meravigliosi esercizi spirituali in preparazione all'ordinazione, infine grazie per le meravigliose parole che mi hai rivolto quest’oggi durante l’omelia. Continua a sostenermi nel mio ministero, affinché possa essere sempre: nel popolo, con il popolo, per il popolo.
Un grazie a don Theron. Carissimo don, ti ringrazio di tutti questi anni in cui ti ho avuto: viceparroco e anche assistente diocesano di AC. Grazie per tutto ciò che mi hai insegnato, grazie per quei momenti in cui sei stato ad ascoltarmi, soprattutto in alcune crisi forti del mio percorso; grazie perché ci sei stato e perché continui ad esserci.
Grazie ai tanti amici presbiteri che ho incontrato durante il mio percorso o quelli che un tempo erano seminaristi con me: don Antonello Tumminello, don Pietro Denicu, don Pietro Pruneddu e don Luciano Brozzu, grazie per i bellissimi momenti passati assieme durante gli anni della formazione. Voglio ringraziare tre sacerdoti molto importanti, che ai tempi in cui ero un giovincello che pensava ad altre cose, loro mi invitavano sempre in seminario, mi mandavano segnali: don Sandrino Cossu, don Rinaldo Alias e don Eros Dalu; grazie per ciò che siete stati e siete nel mio percorso di vita, vi porto con me nelle preghiere e vi chiedo di ricordarmi sempre nelle vostre; in particolare a te carissimo Eros ti accompagno con la preghiera affinché il Signore ti sostenga e ti dia la forza di affrontare il tuo percorso. Un ringraziamento a tutti gli amici sacerdoti presenti oggi e ieri che mi hanno sempre seguito con la preghiera, in particolare devo ringraziare i missionari della Consolata che mi hanno sempre accolto e mi hanno sempre seguito, in particolare Padre Danilo: grazie per i tanti momenti di confronto e di dialogo insieme e anche per la disponibilità nelle confessioni.
Vorrei ora ringraziare colui che per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria mi ha ordinato sacerdote: S.E.R. Mons. Sebastiano Sanguinetti. La ringrazio Eccellenza per questo dono, la ringrazio per tutti questi anni, in seminario mi  ha trovato e mi ha accompagnato negli anni della formazione; ha creduto in me, mi ha dato utili suggerimenti e quando c’era bisogno mi ha anche rimproverato, però sempre in maniera paterna. GRAZIE.
Non posso non ringraziare S.E.R. Padre Paolo Atzei, il Vescovo che mi ha accolto in seminario, anche se dopo pochi giorni è stato nominato arcivescovo di Sassari. La ringrazio Padre Paolo per ogni sua parola, per ogni gesto che ha avuto nei miei confronti anche dopo la sua partenza. Mi ricorderò sempre le parole che mi rivolgeva ogni volta che veniva in parrocchia: Davide, quando entri in seminario?

Famiglia – Amici.
Viene ora il momento di ringraziare quella bella famiglia che mi ha accompagnato in questi anni, quella famiglia con cui vivi dei momenti fantastici, con cui sei sempre te stesso, certo volte anche troppo. La grande famiglia degli AMICI. Si, posso dire che con voi è stato come essere in famiglia. Grazie per tutto, grazie per i bellissimi momenti passati assieme, grazie per ogni risata, grazie per ogni abbraccio, grazie per ogni parola, grazie per ogni silenzio, grazie per ogni incoraggiamento, grazie per tutte le volte che ci siete stati. Ma non basta questo ringraziamento. È bene ora spendere una parola almeno per ognuno di voi, forse per qualcuno anche qualche parola in più. Non saprei che ordine usare, allora inizio da coloro che hanno firmato la loro condanna: Paolo, Veronica, Claudia e Maria Pina. Caro Paolo, grazie di questi fantastici anni passati assieme, grazie per ogni volta che ti sei messo ad ascoltarmi, grazie per ogni tuo silenzio, grazie per la tua vicinanza nei momenti difficili…grazie per tutto; come ben sai, e più volte te l’ho detto: io ci sono e ci sarò sempre. Cara Veronica, comare mia, a te un grazie immenso per tutto ciò che abbiamo vissuto in questi anni, per ogni istante passato assieme, non puoi immaginare la gioia che provavo ogni volta che stavamo assieme; grazie perché ci sei sempre stata, anche se come dici tu “Fai sempre parlare a me”, sono fatto così; ricordati che ci sarò sempre, che con me potrai sempre parlare di tutto, che il tuo amico è sempre qua, pronto a darti una mano; ti auguro ogni bene insieme soprattutto a Claudio, il quale ringrazio per ogni istante passato assieme. Carissima Claudia, amica mia, mi ricordo ancora il giorno in cui ti ho chiesto di farmi da testimone, l’emozione che avevi negli occhi e come il cuore ti batteva forte; grazie di tutto, di ogni momento passato assieme, di ogni volta che sei salita in macchina per fare il nostro giro, magari per prenderci una pizza da soli (naturalmente gigante) o incontrarci con gli altri, e come al tuo solito dovevi finire di truccarti; grazie perché mi hai sempre detto la verità, perché mi hai sempre guardato negli occhi e mi hai detto: rimani te stesso, non voglio che il mio amico diventi in maniera diversa, matura ma sii te stesso; grazie perché mi hai sempre dato una forza immensa e un affetto unico. Cara Mari, GRAZIE per tutto, grazie per la tua vicinanza, grazie per il tuo sostegno, grazie per ogni gesto di affetto nei miei confronti; ti ringrazio di ogni momento passato assieme, di ogni parola di sostegno reciproco, ma soprattutto della tanta dose di fiducia che hai sempre avuto nei momenti confronti…anche quando ne combinavo una delle mie; grazie per tutto.
Avrei voluto scegliere tutti voi amici miei come testimoni, ma non era possibile…ma per me è come se tutti avete firmato, perché la mia vocazione è nata con voi, è cresciuta con voi ed è arrivata a questo momento con voi, ma soprattutto deve continuare a procedere con voi. HO ANCORA BISOGNO DI VOI. L’amicizia è la cosa più bella che ci possa essere, lo dice anche Gesù “Non vi chiamo più servi ma amici….Non c’è cosa più grande che dare la vita per i propri amici”. Non voglio fare un ordine gerarchico, faccio un ordine che come direbbe qualcuno solo la mia testa o il mio stomaco ne conosce il motivo. Grazie a te caro Stefano per i bei momenti passati assieme, i ricordi di ciò che abbiamo vissuto sono tanti e potremmo scriverci un libro un giorno, ricordati che quando vorrai anche solo fare due tiri a calcio io ci sarò. Grazie a te caro Daniele per tutto, i ricordi anche con te sono molti, ma mi ricorderò sempre le nostre risate e le lunghe chiacchierate, ricordati: per qualunque cosa ci sarò sempre. Grazie a te caro Tomaso, sono tanti anche con te i ricordi, molti sono conservati bene nel mio cuore, un ricordo forte è Loreto 2004, quando solo tu sapevi che li avrei fatto la mia scelta e mentre eravamo in pullman quando stavo per annunciarlo tu ti sei alzato in piedi. Grazie per tutto, sarebbe tanti i momenti da raccontare, anche quelli vissuti in quest’ultimo periodo, dove ho visto in te veramente il senso del dono per gli altri; ti ringrazio di tutto e della tua testimonianza; affidati sempre al Signore. Ed ora a te caro Gianmarco, grazie di vero cuore di tutto, sarebbero troppe le cose da raccontare e alcune è meglio non dirle così in pubblico (…in senso buono eh…), grazie della tua presenza e della tua grande testimonianza, grazie della tua splendida amicizia. Ed ora tocca a voi amiche mie. Grazie a te cara Silvia P, grazie per ogni momento vissuto assieme, grazie per il tuo sostegno, grazie per la tua presenza, grazie per tutte le volte che mi hai sopportato quando ti facevo arrabbiare facendone una delle mie. Grazie a te Veronica D. per ogni momento vissuto assieme, per tutta la tua stima e il tuo affetto, continua pure a farmi tutte le domande che vuoi, perché quel tuo domandare mi fa capire quanto veramente dentro di te cerchi la Verità, non smettere mai di cercarla. A te carissima Sara un grazie tanto speciale; grazie di ogni momento vissuto assieme, grazie di tutto, delle grandi chiacchierate, soprattutto quando venivo a trovarti al bar, grazie del tuo affetto, della tua stima, del tuo sostegno, grazie perché ci sei; un grazie anche al tuo marito Alessandro per la stima nei miei confronti, vi auguro ogni bene di questo mondo. Grazie anche a te carissima Silvia C. grazie di ogni tuo sostegno, di ogni tuo gesto di affetto, grazie anche del tuo messaggio di qualche settimana fa, grazie perché anche tu ci sei; ti auguro ogni bene insieme a Sebastiano. Grazie anche a te carissima Alessandra, per ogni tuo gesto di affetto e di stima. Un grazie anche a voi carissimi Fabiana e Antonio, grazie della vostra splendida amicizia, dei momenti favolosi passati assieme, della fiducia nei miei confronti; vi auguro ogni bene per la vostra vita. Un grazie anche a voi carissimi Tania e Danilo per il vostro sostegno, il vostro affetto e la vostra stima; Dio vi benedica.
Amici miei grazie a tutti. Grazie per ciò che siete stati, che siete ora e che sarete. GRAZIE; l’amico è la cosa più bella che c’è. Vi chiedo di continuare ad essere quello che siete per me, vi prometto che io sarò sempre quello che sono, sarò sempre il vostro Panci…o se meglio preferite: don panci. Io non vi prometto qualcosa che non ho, quello che non sono non posso esserlo….nella buona sorte e nelle avversità, nelle gioie e nelle difficoltà…IO CI SARO.

Famiglia mondiale e tutti i presenti.
Infine voglio ringraziare tutti voi che oggi siete qua presenti, che siete venuti a festeggiare con me, con la mia famiglia e con tutta la Chiesa questo giorno di festa. Oggi non è solo la mia festa, ma è la festa di tutta la Chiesa, è la festa di tutti noi. Un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno curato ogni singolo momento di questi giorno, da coloro che si sono occupati del rinfresco a coloro che si sono occupati della Chiesa e del servizio liturgico. Un ringraziamento particolare (e qua esigo un forte applauso) è per il CORO, che si è impegnato in questi mesi a preparare i canti, con molta difficoltà ma con tanto amore, ringrazio tutti uno per uno; un grazie anche a coloro che si sono occupati del servizio liturgico, uno per tutti voglio ringraziare a te caro Mario per il servizio che ogni giorno rendi a questa comunità, un grande e prezioso servizio che rendi nel silenzio e nella preghiera. Ringrazio tutte le famiglie che in questi anni mi sono state vicine, mi hanno sostenuto e hanno creduto in me. Per finire voglio ringraziare delle persone che hanno segnato la mia vita: tutti i ragazzi, tutti i giovanissimi e tutti i giovani di AZIONE CATTOLICA che in questi anni ho avuto durante la mia esperienza di educatore. Grazie perché avete lasciato tanto in me e io spero di aver lasciato qualcosa in voi, non dico tanto, spero solo un po’ di gioia, un po’ di speranza e la voglia di seguire il Signore.
Ed ora concludiamo veramente, perché ho parlato troppo e la fame si fa sentire…vero??
Per concludere voglio usare tre parole, le stesse che papa Francesco indica per la famiglia: GRAZIE, PERMESSO e SCUSA
Voglio iniziare col GRAZIE. Un affettuoso grazie a tutti, per tutto, non ho potuto nominare tutti perché altrimenti per il primo anniversario della mia ordinazione siamo ancora qui, ma vi guardo uno per uno negli occhi e vi dico grazie per tutto, avete pregato per me, continuate a farlo perché adesso ne avrò bisogno più che mai; un grazie a tutti coloro che sono entrati nella mia vita, anche solo per un viaggio in treno. Vi chiedo PERMESSO per poter fare ancora un pezzo di strada con voi, di poter essere quel cireneo che vi aiuta a portare la vostra croce quotidiana, di essere una piccola lampada accesa che vi aiuta ad illuminare un pezzo della vostra strada e quando consumata essere buttata via, perché venga un’altra più carica. Vi chiedo SCUSA, perché forse alcune volte non sono riuscito in questi anni a darvi tutto il massimo di me stesso, non vi ho dato una buona testimonianza, non sono riuscito ad ascoltarvi perché forse ero preso dalle mie cose; forse io di risposte non ne ho, mai avute e mai ne avrò di domande ne ho anche io quante ne volete, ma cercherò di starvi sempre ad ascoltare e ad aiutarvi a trovare la risposta; vi chiedo scusa per tutte le volte che ho sbagliato e vi chiedo già scusa per tutte le volte che sbaglierò…ma sono un UOMO anche io e come voi sono in cammino verso la santità. Come dice sant'Agostino: “Con voi cristiano, per voi sacerdote”. Vi dico una cosa e voglio che preghiate per questa: DA UOMO VERO VORREI ESSERE PRETE.

E voglio concludere con una preghiera a me molto cara: O signore, fa di me uno strumento della tua pace: dov'è odio che io porti l’amore, dov'è offesa che io porti il perdono, dov'è discordia che io porti l’unione, dov'è dubbio che io porti la fede, dov'è errore che io porti verità, dov'è disperazione che io porti la speranza, dov'è tristezza che io porti la gioia, dove sono le tenebre che io porti la luce. Maestro dammi Tu un cuore grande che sia goccia di rugiada per il mondo e che sia voce di speranza per il mondo. Fa che io non cerchi tanto di essere consolato quanto di consolare; di essere compreso quanto di comprendere; di essere amato quanto di amare. Perché è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a vita eterna. Amen.

domenica 17 marzo 2013

Quinta Domenica di Quaresima - Anno C - 17 Marzo 2013.

Quinta Domenica di Quaresima - Anno C - 17 Marzo 2013.

Gv 8,1-11

Prima Lettura Is 43,16-21

Ecco, io faccio una cosa nuova
e darò acqua per dissetare il mio popolo.
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi».

Salmo Dal Salmo 125 (126)R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.


 

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.

Seconda Lettura Fil 3,8-14

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, 11nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché io sono misericordioso e pietoso.
Lode e onore a te, Signore Gesù!




Vangelo Gv 8,1-11

 Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».


Meditazione personale.

Carissimi, questo tempo di quaresima ormai giunge alla fine e dovremmo iniziare a vedere se siamo cresciuti, se c'è stato in noi qualche cambiamento, se siamo maturati, ma soprattutto se siamo pronti a diventare con la Pasqua delle nuove creature.
Anche oggi le letture, come settimana scorsa ci propongono il tema del perdono e della Misericordia, a cui potremmo aggiungerci quello della Riconciliazione. Ma oggi ne sottolineeremo uno, il quale è conseguenza di questi. Il Vangelo offre il tema centrale: Gesù perdona la donna adultera, per la quale gli scribi e i farisei chiedevano la lapidazione. Sono due i punti che voglio meditare e che credo colpiscano di più, e sono le parole di Gesù: "Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei" e "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più". Entrambe queste affermazioni sono significative. Nella prima Gesù fa fare a coloro che accusavano un esame di coscienza: voi siete migliori di lei? Questo è l'invito per tutti noi: stiamo attenti quando vogliamo condannare qualcuno, pensiamo prima di tutto a convertire noi stessi. Vogliamo cambiare la Chiesa? Iniziamo a cambiare noi, come ci sta dando l'esempio il nuovo Vescovo di Roma Francesco; vuole rendere la Chiesa più umile? Inizia lui stesso ad essere più umile, inizia lui stesso ad essere quello che vuole che sia la Chiesa, dandone l'esempio.
Dobbiamo cercare di stare attenti, perché spesso accusiamo gli altri di quello che è presente in noi, e che cerchiamo di coprire e non mostrare.
L'ultima frase di Gesù sta ad indicare proprio questa misericordia: non ti condanno. Però aggiunge un invito: va' e non peccare più. Il Signore ci perdona, ma ci chiede di non peccare più; dopo aver sperimentato la Sua Misericordia dobbiamo compiere un cammino di conversione, un cammino di santità. Di questo ne parla proprio San Paolo nella sua lettera ai Filippesi dove afferma proprio che lui sta correndo per raggiungere questa meta e riconosce di non essere ancora arrivato alla perfezione, ma si sforza. Sa che in questa corsa il Signore non lo lascerà, ma che come afferma Isaia: il Signore apre nel deserto sentieri e ci rifornirà di acqua. In questo modo potremmo cantare come il salmo: Grandi cosa ha fatto il Signore per noi. Ecco allora l'invito di questa domenica: il Signore grande e buono nell'amore ci dona ogni giorno la sua misericordia e ci invita alla conversione, al cambiamento della nostra vita. Questo cambiamento prevede mettere al centro della nostra vita Lui. Camminiamo con il Signore, camminiamo insieme come Chiesa, come ci ha invitato in questi giorni il Vescovo di Roma Francesco; perché siamo certi il Signore non ci lascerà.

Signore Gesù, grande e buono nell'Amore, facci sperimentare ogni giorno la Tua infinita Misericordia, tu che non ti stanchi mai di perdonare. Facci comprendere il grande Amore con il quale ci ami, affinché possiamo compiere in noi un cambiamento, il quale veda Te come centro della nostra vita. Aiutaci a diventare in Te delle creature nuove.  

domenica 10 marzo 2013

Quarta Domenica di Quaresima - Anno C - 10 Marzo 2013

Quarta Domenica di Quaresima - Anno C - 10 Marzo 2013


Prima Lettura Gs 5,9a.10-12

Dal libro di Giosuè

In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto». 
Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. 
Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.

Salmo Dal Salmo 33 (34)

R. Gustate e vedete com'è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.

Seconda Lettura 2Cor 5,17-21

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:
Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te.
Lode e onore a te, Signore Gesù!


Vangelo Lc 15,1-3.11-32


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».



Riflessione personale

Carissimi, nel nostro cammino quaresimale siamo arrivati alla Quarta Domenica di Quaresima, la Domenica <<in Laetare>>; è la domenica infatti dove come coloro liturgico viene suggerito il rosaceo, come molti di voi avranno visto nella Santa Messa. Questo sta ad indicare l'imminenza della Pasqua e dove veramente siamo invitati a prepararci a viverla nel profondo del nostro essere e della nostra vita.
Voglio partire nella mia riflessione dalla seconda lettura, la lettera di San Paolo ai Corinzi, dove viene sottolineata l'importanza dell'essere in Cristo per poter essere nuove creature; perché dobbiamo essere uniti a Cristo? Perché Lui ci ha riconciliati con il Padre. Attraverso l'unione con Cristo saremo uniti anche al Padre. Siamo chiamati ad un intima unione con Cristo. Quanto ci sentiamo uniti a Cristo? Cosa facciamo per rimanere saldi in questa unione e per renderla sempre più feconda?
Nel Vangelo troviamo la famosa parabola del Padre Misericordioso. Voglio solo soffermarmi su una questione. Entrambi i figli, sia quello minore, che se ne andò e sperperò tutti il suo patrimonio; sia il figlio maggiore, che rimase nella casa col padre; erano in comunione col Padre? Il figlio minore se ne andò proprio di casa, non pensando a niente e nessuno, voleva solo ciò che era suo, per vivere la vita come voleva. Il figlio maggiore, viveva nella stessa casa del padre, ma non era in intima unione con lui, pensava che quello che faceva meritasse un premio. In quale dei due ci identifichiamo? Personalmente posso dire che entrambi rappresentano me, nelle diverse fasi della mia vita. Sia quando esco dalla casa del Padre e penso solo a me; sia quando sono dentro la casa, ma non sono in comunione col Padre e cerco il mio interesse. Vediamo perfettamente come questo brano si ricollega con la seconda lettura: essere uniti al Padre. Ma oggi abbiamo anche detto siamo nella domenica <<in Laetare>> e quindi dobbiamo rallegrarci e fare festa come il Padre l'ha fatta per il figlio minore. E' questo il grande segno di oggi: rallegriamoci a facciamo festa perché il Signore è Buono, il Signore è misericordioso. Dobbiamo ricordarci questo: il Signore sta alla finestra e guarda che noi arriviamo, non gli interessa ciò che diciamo, a Lui basta che ritorniamo a Casa Sua, e solo per questo Lui fa festa. Ma spesso siamo noi che non partecipiamo alla festa che il Signore fa per un figlio che ritorna dal Padre. La parabola si conclude lasciando un vuoto, lasciando il finale alla nostra immaginazione. E io voglio immaginarlo cosi:
"Il figlio minore, vide che suo fratello stava fuori con il Padre, il quale cercava di farlo entrare a far festa con loro. Decise di uscire e mettendosi di fronte al fratello maggiore, con le lacrime agli occhi, gli disse: Perdonami! Il fratello maggiore a quella visione, vedendo il fratello pentito, preso dalla commozione, cambiò il suo cuore e lo abbraccio tra le sue braccia. Insieme entrarono e fecero grande festa. Tutti e tre erano rientrati, ma con qualcosa in più: la comunione col Padre aveva fatto si che anche loro rientrassero in comunione."

Signore Gesù, ti chiedo di potermi impegnare ogni giorno ad essere sempre di più unito a Te, per poter essere unito al Padre Tuo e nostro e poter nascere come creature nuove. Donami la Grazia di sperimentare l'Amore misericordioso del Padre, affinché anche io possa essere segno di questa misericordia. E dopo averla sperimentata poter fare festa con i miei fratelli. 

domenica 3 marzo 2013

Terza Domenica di Quaresima - Anno C - 3 Marzo 2013

Terza Domenica di Quaresima - Anno C - 3 Marzo 2013

Prima Lettura Es 3,1-8a.13-15

Dal libro dell'Èsodo

In quei giorni, mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava.
Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele».
Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?».
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione».


Salmo Dal Salmo 102 (103)

R. Il Signore ha pietà del suo popolo.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. R.
Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono. R.

Seconda Lettura 1Cor 10,1-6.10-12

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto.
Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono.
Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.

Acclamazione al Vangelo

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Convertitevi, dice il Signore,
il regno dei cieli è vicino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!


Vangelo Lc 13,1-9


Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».


Riflessione personale.


Carissimi, il nostro cammino quaresimale continua e oggi le letture della liturgia sono molto significative e anche oggi voglio lasciarci qualche messaggio. Ognuno di noi, cerchi di cogliere nella meditazione delle letture ciò che più può esserli utile per il suo cammino.
Dio, come troviamo nel libro dell'Esodo, si manifesta a Mosè attraverso un roveto ardente; Esso è segno di Dio; è segno dell'amore di Dio per noi. Almeno io questo ci leggo, per questo mi voglio domandare: cosa consuma la nostra vita? Cosa arde la nostra vita da renderla veramente viva? Dio vediamo che entra in dialogo con Mosè e si rivela a Lui per quello che è; ma soprattutto svela a Mosè che conosce la situazione del suo popolo e qual è il suo progetto. Il Signore conosce anche la nostra vita, conosce la situazione attuale di ognuno di noi e vuole intervenire per liberarci. 
Il Salmo possiamo vedere che è una lode a Dio, dove si ricordano le grandi opere che il Signore ha compiuto. Anche noi siamo invitati a fare questo esame della nostra vita e vedere ogni volta che il Signore, in vari modi, e in vari tempi è stato presente nella nostra vita e ci ha portato i suoi benefici; quante volte ci ha guarito e ci ha perdonato; quante volte ci ha coperto di bontà e di misercordia...facciamo un ricordo della nostra vita e vediamo questi momenti.
Nel Vangelo troviamo la parabola dell'albero di fichi, che ad un primo momento potremmo proprio domandarci: ma cosa sta a significare? Dobbiamo leggerlo ad ampio raggio e nella mia riflessione ci vedo un collegamento con la lettera di San Paolo ai Corinzi. Se quell'albero siamo noi, noi siamo chiamati a portare frutto. Come possiamo portare frutto? Nutrendoci alla roccia, che è Cristo; come direbbe San  Paolo. Per questo nella nostra vita dobbiamo stare attenti a dove ci nutriamo, perché potremmo non portare frutto alla fine della nostra vita. Per questo dobbiamo ripercorrere la nostra vita, vedere la nostra relazione con il Signore, le volte che è intervenuto nella nostra vita, come si è manifestato. Entriamo in un dialogo filiale con Padre e in dialogo fraterno con Gesù. Nutriamoci del Signore in ogni istante della nostra vita.


Signore, fammii entrare in relazione con Te, fammi riscoprire ogni giorno il Tuo Grande Amore per me, ricordami che non sei un Dio che se ne frega delle Sue creature, dei Suoi figli. Fa che questa relazione possa essere la forza che mi fa vivere da vero cristiano, cosi da portare frutti di salvezza.











domenica 24 febbraio 2013

Seconda Domenica di Quaresima - Anno C - 24 Febbraio 2013

Seconda Domenica di Quaresima - Anno C - 24 Febbraio 2013


Prima Lettura Gen 15,5-12.17-18

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate».


Salmo dal Salmo 26 (27)

R. Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? R.
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco. R.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. R.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.

Seconda Lettura Fil 3,17-4,1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.

Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l'amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!


Vangelo Lc 9,28b-36


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.

Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».

Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.


Riflessione personale.
Carissimi, siamo arrivati oggi alla seconda domenica di Quaresima e la liturgia ci propone come lettura del Vangelo il racconto della Trasfigurazione. Ma andiamo per ordine.
Credo sia importante sottolineate la fede di Abramo. Egli crede alla promessa del Signore; questo è un vero e proprio atto di fede; dovremmo chiederci: quanto noi abbiamo fede nel Signore, crediamo nell'adempimento della Sua Parola?
Per aiutarci in questo ci viene in aiuto la seconda lettura, dove San Paolo esorta a restare saldi nella fede nel Signore. Quale invito migliore poteva arrivarci dalla Scrittura per vivere nel migliore dei modi questo tempo di quaresima? Se rimaniamo saldi nella fede, Egli trasformerà il nostro corpo per conformarlo al Suo Corpo Glorioso.
Nel Vangelo vediamo Gesù che sale sul monte a pregare. Cosa succede sul Monte? Gesù durante la preghiera si trasfigura. Vediamo come il Suo Volto diventa glorioso. Quale grande visione devono aver avuto  Pietro, Giacomo e Giovanni: videro la Gloria del Signore. Potremmo dire, che videro un anticipazione della Gloria futura con la Risurrezione. Infatti da quella visione, desideravano restare "è bello per noi stare qui"; dovremmo domandarci: cosa proviamo noi alla presenza del Signore? Ma forse prima è ancora più importante chiederci, se abbiamo mai percepito di essere alla presenza del Signore. Ecco che alla fine arriva l'invito del Padre: Ascoltatelo! è questo anche il compito che ci attende in questi giorni di quaresima, ascoltare il Signore, la Sua voce, la Sua Parola. Mettiamoci all'ascolto del Signore, contempliamo il Suo Volto Glorioso, quel volto che però troviamo ogni giorno nel nostro prossimo, nel fratello che abbiamo affianco. Il Signore ci invita già qui e ora a pregustare la Gloria del Cielo e questo lo potremmo fare solo con l'amore.

Signore, donami la forza e la Grazia, di poterci mettere ogni giorno all'ascolto della Tua Parola,
affinché possiamo contemplare il Tuo Volto. Facci riscoprire la bellezza della preghiera, come luogo privilegiato di dialogo e di incontro con Te.
Donaci la Grazia di poter contemplare il Tuo Volto.

Voglio ora mettervi e lasciarvi l'Angelus del Papa di Oggi, di cui ho avuto la Grazia di ascoltarlo di persona in piazza San Pietro. 

Cari fratelli e sorelle!
Grazie per il vostro affetto!
Oggi, seconda domenica di Quaresima, abbiamo un Vangelo particolarmente bello, quello della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il fatto che Gesù si trasfigurò mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: «Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35). La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica Alleanza, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant'Agostino  «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491).
Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all'azione  «L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3).
Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa.