domenica 17 marzo 2013

Quinta Domenica di Quaresima - Anno C - 17 Marzo 2013.

Quinta Domenica di Quaresima - Anno C - 17 Marzo 2013.

Gv 8,1-11

Prima Lettura Is 43,16-21

Ecco, io faccio una cosa nuova
e darò acqua per dissetare il mio popolo.
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi».

Salmo Dal Salmo 125 (126)R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.


 

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.

Seconda Lettura Fil 3,8-14

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, 11nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché io sono misericordioso e pietoso.
Lode e onore a te, Signore Gesù!




Vangelo Gv 8,1-11

 Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».


Meditazione personale.

Carissimi, questo tempo di quaresima ormai giunge alla fine e dovremmo iniziare a vedere se siamo cresciuti, se c'è stato in noi qualche cambiamento, se siamo maturati, ma soprattutto se siamo pronti a diventare con la Pasqua delle nuove creature.
Anche oggi le letture, come settimana scorsa ci propongono il tema del perdono e della Misericordia, a cui potremmo aggiungerci quello della Riconciliazione. Ma oggi ne sottolineeremo uno, il quale è conseguenza di questi. Il Vangelo offre il tema centrale: Gesù perdona la donna adultera, per la quale gli scribi e i farisei chiedevano la lapidazione. Sono due i punti che voglio meditare e che credo colpiscano di più, e sono le parole di Gesù: "Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei" e "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più". Entrambe queste affermazioni sono significative. Nella prima Gesù fa fare a coloro che accusavano un esame di coscienza: voi siete migliori di lei? Questo è l'invito per tutti noi: stiamo attenti quando vogliamo condannare qualcuno, pensiamo prima di tutto a convertire noi stessi. Vogliamo cambiare la Chiesa? Iniziamo a cambiare noi, come ci sta dando l'esempio il nuovo Vescovo di Roma Francesco; vuole rendere la Chiesa più umile? Inizia lui stesso ad essere più umile, inizia lui stesso ad essere quello che vuole che sia la Chiesa, dandone l'esempio.
Dobbiamo cercare di stare attenti, perché spesso accusiamo gli altri di quello che è presente in noi, e che cerchiamo di coprire e non mostrare.
L'ultima frase di Gesù sta ad indicare proprio questa misericordia: non ti condanno. Però aggiunge un invito: va' e non peccare più. Il Signore ci perdona, ma ci chiede di non peccare più; dopo aver sperimentato la Sua Misericordia dobbiamo compiere un cammino di conversione, un cammino di santità. Di questo ne parla proprio San Paolo nella sua lettera ai Filippesi dove afferma proprio che lui sta correndo per raggiungere questa meta e riconosce di non essere ancora arrivato alla perfezione, ma si sforza. Sa che in questa corsa il Signore non lo lascerà, ma che come afferma Isaia: il Signore apre nel deserto sentieri e ci rifornirà di acqua. In questo modo potremmo cantare come il salmo: Grandi cosa ha fatto il Signore per noi. Ecco allora l'invito di questa domenica: il Signore grande e buono nell'amore ci dona ogni giorno la sua misericordia e ci invita alla conversione, al cambiamento della nostra vita. Questo cambiamento prevede mettere al centro della nostra vita Lui. Camminiamo con il Signore, camminiamo insieme come Chiesa, come ci ha invitato in questi giorni il Vescovo di Roma Francesco; perché siamo certi il Signore non ci lascerà.

Signore Gesù, grande e buono nell'Amore, facci sperimentare ogni giorno la Tua infinita Misericordia, tu che non ti stanchi mai di perdonare. Facci comprendere il grande Amore con il quale ci ami, affinché possiamo compiere in noi un cambiamento, il quale veda Te come centro della nostra vita. Aiutaci a diventare in Te delle creature nuove.  

domenica 10 marzo 2013

Quarta Domenica di Quaresima - Anno C - 10 Marzo 2013

Quarta Domenica di Quaresima - Anno C - 10 Marzo 2013


Prima Lettura Gs 5,9a.10-12

Dal libro di Giosuè

In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto». 
Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. 
Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.

Salmo Dal Salmo 33 (34)

R. Gustate e vedete com'è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.

Seconda Lettura 2Cor 5,17-21

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:
Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te.
Lode e onore a te, Signore Gesù!


Vangelo Lc 15,1-3.11-32


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».



Riflessione personale

Carissimi, nel nostro cammino quaresimale siamo arrivati alla Quarta Domenica di Quaresima, la Domenica <<in Laetare>>; è la domenica infatti dove come coloro liturgico viene suggerito il rosaceo, come molti di voi avranno visto nella Santa Messa. Questo sta ad indicare l'imminenza della Pasqua e dove veramente siamo invitati a prepararci a viverla nel profondo del nostro essere e della nostra vita.
Voglio partire nella mia riflessione dalla seconda lettura, la lettera di San Paolo ai Corinzi, dove viene sottolineata l'importanza dell'essere in Cristo per poter essere nuove creature; perché dobbiamo essere uniti a Cristo? Perché Lui ci ha riconciliati con il Padre. Attraverso l'unione con Cristo saremo uniti anche al Padre. Siamo chiamati ad un intima unione con Cristo. Quanto ci sentiamo uniti a Cristo? Cosa facciamo per rimanere saldi in questa unione e per renderla sempre più feconda?
Nel Vangelo troviamo la famosa parabola del Padre Misericordioso. Voglio solo soffermarmi su una questione. Entrambi i figli, sia quello minore, che se ne andò e sperperò tutti il suo patrimonio; sia il figlio maggiore, che rimase nella casa col padre; erano in comunione col Padre? Il figlio minore se ne andò proprio di casa, non pensando a niente e nessuno, voleva solo ciò che era suo, per vivere la vita come voleva. Il figlio maggiore, viveva nella stessa casa del padre, ma non era in intima unione con lui, pensava che quello che faceva meritasse un premio. In quale dei due ci identifichiamo? Personalmente posso dire che entrambi rappresentano me, nelle diverse fasi della mia vita. Sia quando esco dalla casa del Padre e penso solo a me; sia quando sono dentro la casa, ma non sono in comunione col Padre e cerco il mio interesse. Vediamo perfettamente come questo brano si ricollega con la seconda lettura: essere uniti al Padre. Ma oggi abbiamo anche detto siamo nella domenica <<in Laetare>> e quindi dobbiamo rallegrarci e fare festa come il Padre l'ha fatta per il figlio minore. E' questo il grande segno di oggi: rallegriamoci a facciamo festa perché il Signore è Buono, il Signore è misericordioso. Dobbiamo ricordarci questo: il Signore sta alla finestra e guarda che noi arriviamo, non gli interessa ciò che diciamo, a Lui basta che ritorniamo a Casa Sua, e solo per questo Lui fa festa. Ma spesso siamo noi che non partecipiamo alla festa che il Signore fa per un figlio che ritorna dal Padre. La parabola si conclude lasciando un vuoto, lasciando il finale alla nostra immaginazione. E io voglio immaginarlo cosi:
"Il figlio minore, vide che suo fratello stava fuori con il Padre, il quale cercava di farlo entrare a far festa con loro. Decise di uscire e mettendosi di fronte al fratello maggiore, con le lacrime agli occhi, gli disse: Perdonami! Il fratello maggiore a quella visione, vedendo il fratello pentito, preso dalla commozione, cambiò il suo cuore e lo abbraccio tra le sue braccia. Insieme entrarono e fecero grande festa. Tutti e tre erano rientrati, ma con qualcosa in più: la comunione col Padre aveva fatto si che anche loro rientrassero in comunione."

Signore Gesù, ti chiedo di potermi impegnare ogni giorno ad essere sempre di più unito a Te, per poter essere unito al Padre Tuo e nostro e poter nascere come creature nuove. Donami la Grazia di sperimentare l'Amore misericordioso del Padre, affinché anche io possa essere segno di questa misericordia. E dopo averla sperimentata poter fare festa con i miei fratelli. 

domenica 3 marzo 2013

Terza Domenica di Quaresima - Anno C - 3 Marzo 2013

Terza Domenica di Quaresima - Anno C - 3 Marzo 2013

Prima Lettura Es 3,1-8a.13-15

Dal libro dell'Èsodo

In quei giorni, mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava.
Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele».
Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?».
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione».


Salmo Dal Salmo 102 (103)

R. Il Signore ha pietà del suo popolo.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. R.
Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono. R.

Seconda Lettura 1Cor 10,1-6.10-12

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto.
Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono.
Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.

Acclamazione al Vangelo

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Convertitevi, dice il Signore,
il regno dei cieli è vicino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!


Vangelo Lc 13,1-9


Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».


Riflessione personale.


Carissimi, il nostro cammino quaresimale continua e oggi le letture della liturgia sono molto significative e anche oggi voglio lasciarci qualche messaggio. Ognuno di noi, cerchi di cogliere nella meditazione delle letture ciò che più può esserli utile per il suo cammino.
Dio, come troviamo nel libro dell'Esodo, si manifesta a Mosè attraverso un roveto ardente; Esso è segno di Dio; è segno dell'amore di Dio per noi. Almeno io questo ci leggo, per questo mi voglio domandare: cosa consuma la nostra vita? Cosa arde la nostra vita da renderla veramente viva? Dio vediamo che entra in dialogo con Mosè e si rivela a Lui per quello che è; ma soprattutto svela a Mosè che conosce la situazione del suo popolo e qual è il suo progetto. Il Signore conosce anche la nostra vita, conosce la situazione attuale di ognuno di noi e vuole intervenire per liberarci. 
Il Salmo possiamo vedere che è una lode a Dio, dove si ricordano le grandi opere che il Signore ha compiuto. Anche noi siamo invitati a fare questo esame della nostra vita e vedere ogni volta che il Signore, in vari modi, e in vari tempi è stato presente nella nostra vita e ci ha portato i suoi benefici; quante volte ci ha guarito e ci ha perdonato; quante volte ci ha coperto di bontà e di misercordia...facciamo un ricordo della nostra vita e vediamo questi momenti.
Nel Vangelo troviamo la parabola dell'albero di fichi, che ad un primo momento potremmo proprio domandarci: ma cosa sta a significare? Dobbiamo leggerlo ad ampio raggio e nella mia riflessione ci vedo un collegamento con la lettera di San Paolo ai Corinzi. Se quell'albero siamo noi, noi siamo chiamati a portare frutto. Come possiamo portare frutto? Nutrendoci alla roccia, che è Cristo; come direbbe San  Paolo. Per questo nella nostra vita dobbiamo stare attenti a dove ci nutriamo, perché potremmo non portare frutto alla fine della nostra vita. Per questo dobbiamo ripercorrere la nostra vita, vedere la nostra relazione con il Signore, le volte che è intervenuto nella nostra vita, come si è manifestato. Entriamo in un dialogo filiale con Padre e in dialogo fraterno con Gesù. Nutriamoci del Signore in ogni istante della nostra vita.


Signore, fammii entrare in relazione con Te, fammi riscoprire ogni giorno il Tuo Grande Amore per me, ricordami che non sei un Dio che se ne frega delle Sue creature, dei Suoi figli. Fa che questa relazione possa essere la forza che mi fa vivere da vero cristiano, cosi da portare frutti di salvezza.











domenica 24 febbraio 2013

Seconda Domenica di Quaresima - Anno C - 24 Febbraio 2013

Seconda Domenica di Quaresima - Anno C - 24 Febbraio 2013


Prima Lettura Gen 15,5-12.17-18

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate».


Salmo dal Salmo 26 (27)

R. Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? R.
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco. R.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. R.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.

Seconda Lettura Fil 3,17-4,1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.

Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l'amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!


Vangelo Lc 9,28b-36


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.

Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».

Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.


Riflessione personale.
Carissimi, siamo arrivati oggi alla seconda domenica di Quaresima e la liturgia ci propone come lettura del Vangelo il racconto della Trasfigurazione. Ma andiamo per ordine.
Credo sia importante sottolineate la fede di Abramo. Egli crede alla promessa del Signore; questo è un vero e proprio atto di fede; dovremmo chiederci: quanto noi abbiamo fede nel Signore, crediamo nell'adempimento della Sua Parola?
Per aiutarci in questo ci viene in aiuto la seconda lettura, dove San Paolo esorta a restare saldi nella fede nel Signore. Quale invito migliore poteva arrivarci dalla Scrittura per vivere nel migliore dei modi questo tempo di quaresima? Se rimaniamo saldi nella fede, Egli trasformerà il nostro corpo per conformarlo al Suo Corpo Glorioso.
Nel Vangelo vediamo Gesù che sale sul monte a pregare. Cosa succede sul Monte? Gesù durante la preghiera si trasfigura. Vediamo come il Suo Volto diventa glorioso. Quale grande visione devono aver avuto  Pietro, Giacomo e Giovanni: videro la Gloria del Signore. Potremmo dire, che videro un anticipazione della Gloria futura con la Risurrezione. Infatti da quella visione, desideravano restare "è bello per noi stare qui"; dovremmo domandarci: cosa proviamo noi alla presenza del Signore? Ma forse prima è ancora più importante chiederci, se abbiamo mai percepito di essere alla presenza del Signore. Ecco che alla fine arriva l'invito del Padre: Ascoltatelo! è questo anche il compito che ci attende in questi giorni di quaresima, ascoltare il Signore, la Sua voce, la Sua Parola. Mettiamoci all'ascolto del Signore, contempliamo il Suo Volto Glorioso, quel volto che però troviamo ogni giorno nel nostro prossimo, nel fratello che abbiamo affianco. Il Signore ci invita già qui e ora a pregustare la Gloria del Cielo e questo lo potremmo fare solo con l'amore.

Signore, donami la forza e la Grazia, di poterci mettere ogni giorno all'ascolto della Tua Parola,
affinché possiamo contemplare il Tuo Volto. Facci riscoprire la bellezza della preghiera, come luogo privilegiato di dialogo e di incontro con Te.
Donaci la Grazia di poter contemplare il Tuo Volto.

Voglio ora mettervi e lasciarvi l'Angelus del Papa di Oggi, di cui ho avuto la Grazia di ascoltarlo di persona in piazza San Pietro. 

Cari fratelli e sorelle!
Grazie per il vostro affetto!
Oggi, seconda domenica di Quaresima, abbiamo un Vangelo particolarmente bello, quello della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il fatto che Gesù si trasfigurò mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: «Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35). La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica Alleanza, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant'Agostino  «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491).
Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all'azione  «L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3).
Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa.





domenica 17 febbraio 2013

Prima Domenica di Quaresima - Anno C - 17 Febbraio 2013

Prima Domenica di Quaresima - Anno C - 17 Febbraio 2013


Prima Lettura  Dt 26,4-10


Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo e disse:
«Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Araméo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio».


Salmo Dal Salmo 90 (91)


R. Resta con noi, Signore, nell'ora della prova.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido». R.
Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie. R.
Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi. R.
«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso. R.

Seconda Lettura Rm 10,8-13

Professione di fede di chi crede in Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

 

Acclamazione al Vangelo

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!


 


Vangelo Lc 4,1-13

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l’uomo"».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.


Riflessione personale.
Carissimi, siamo alla prima domenica di Quaresima, abbiamo iniziato da qualche giorno questo cammino di conversione in preparazione alla Pasqua del Signore, nella quale nasceremo come creature nuove.
Nella seconda lettura troviamo il rapporto tra il cuore e la bocca. Ci domandiamo: cosa ho nel cuore? Cosa proclamo, o cosa dico, con la mia bocca? Queste domande ci devono aiutare a fare un nostro personale esame di coscienza, perché il cuore e la bocca unite esprimono quello che è il nostro essere. Il cammino quaresimale ci deve guidare ad una coerenza nella nostra vita riguardo la professione di fede.
Nel Vangelo troviamo il famoso brano delle tentazioni del diavolo mentre Gesù è nel deserto, vediamole una alla volta.
  • La prima tentazione è quella della fame: il diavolo, vedendo che Gesù aveva fame, gli dice di trasformare quella pietra in pane; ma Gesù risponde: "Non di solo pane vivrà l'uomo". Attenzione, qua non ci riferiamo solamente al cibo; la tentazione è un altra e dobbiamo vederla in generale: di cosa ci nutriamo nella nostra vita? Sia spiritualmente che materialmente.
  • La seconda tentazione ha per me un duplice aspetto: il diavolo propone a Gesù di darli tutti i Regni della Terra, tutto il potere, in cambio però vuole che lo adori. Qua mi sembra di vedere l'inganno del demonio: perché proporre a Gesù la Terra, quando è stata creata da Dio? Poi chiede pure di essere adorato: propone qualcosa per poi essere adorato, dove però questa cosa non è sua. Attenzione carissimi, questa è la tentazione dove cadiamo spesso anche noi. Stiamo attenti a cosa nella nostra vita rendiamo culto; spesso adoriamo qualcosa che crediamo dia senso alla nostra vita, magari che le dia più potere, più forza. Invece, spesso e volentieri la ditrugge solamente. Ciò che da senso alla nostra vita è già nostro, non dobbiamo comprarlo, perché la vita ci è già stata donata, e anche tutto ciò che serve per darli pienezza; c'è bisogno solamente della nostra adesione, della nostra libertà. Quali sono gli idoli della nostra vita?
  • Nell'ultima tentazione il diavolo mette alla prova il Signore, non promette nulla in cambio qua; vuole solo metterlo alla prova su quanta fiducia ha nel Padre. Ma Gesù come sempre, risponde con la Parola "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo". Qua mi è sembrato di vedere, per noi, un atto di fiducia in Dio; questo lo troviamo anche nella prima lettura, dove Israele invoca il Signore, che confida in Lui affiché lo liberi. Anche nel Salmo troviamo "Resta con noi, Signore, nell'ora della prova". Dobbiamo ritrovare questa fiducia in Dio, per far questo dobbiamo mettere ordine nella nostra vita e nel nostro cuore. Dobbiamo ritornare all'Essenziale.
Ecco allora l'invito che troviamo per all'inizio di questa Quaresima: tornare all'Essenziale della nostra vita, cioè a ciò che da senso a tutta la nostra vita, a tutta la nostra esistenza; per fare ciò dobbiamo metterci all'ascolto della Parola di Dio. Essa può farci penetrare il Mistero di Dio, che viviamo in questo periodo; e contemporaneamente anche quello dell'uomo, il mistero di ognuno di noi.
Signore Gesù, in questo cammino quaresimale voglio mettermi all'ascolto della Tua Parola, affiché possa scoprire quale sia la vera essenza della mia vita, possa mettermi alla ricerca dell'Essenziale: che sei Tu. Voglio prepararmi in questa Qauresima a rinascere come creatura nuova, dove tutta la mia vita sia una totale testimonianza di fede.

mercoledì 13 febbraio 2013

Buona Quaresima.

Buona Quaresima.


Carissimi, oggi iniziamo il tempo di Quaresima, un tempo di Grazia che il Signore ci concede per prepararci a vivere la Pasqua. Un tempo questo di purificazione, dove CONVERTIRE il nostro cuore a Cristo, dove siamo chiamati ad andare alle fonti della nostra fede, a metterci alle sequela di Cristo per un rinnovo e una trasformazione interiore.
E' un tempo che ci prepara alle nozze, per questo dobbiamo trepidare di gioia, preparandoci nel modo migliore e operando in noi, nella Chiesa e nel Mondo intero un abbellimento interiore.
Carissimi, tutti noi abbiamo bisogno ora, in questo tempo che stiamo vivendo, di riscoprire il Grande Amore che Dio ha per noi. Qual è il modo migliore, se non metterci alla sequela di Cristo in questo tempo di Grazia che è la Quaresima? Abbiamo bisogno di riscoprire il senso della nostra vita, di dare delle risposte alle tante domande che circolano nel nostro cuore. Solo in Cristo potremmo trovare le risposte.
Oggi, durante l'imposizione delle ceneri ci è stato detto "Convertiti e credi al Vangelo" o "Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai"; queste espressioni ci fanno capire come veramente non siamo nulla e come dobbiamo sempre orientare la nostra vita a Cristo e al Vangelo. Solo in Lui potremmo trovare il vero senso della nostra vita, solo in Lui la nostra vita acquista senso, perché è solo Lui che può infondere su di noi l'amore e la speranza.


Mercoledi delle ceneri - Prima Lettura

Gl 2,12-18; 

Salmo

Dal Salmo 50 (51); Seconda Lettura 2Cor 5,20 - 6,2;  

Vangelo

Mt 6,1-6.16-18




Il Signore nel libro di Gioele ci dice "Ritornate a me con tutto il cuore". Ecco il Signore vuole che noi ritorniamo a Lui con tutto noi stessi. Non vuole che li diamo solo una parte, ma vuole tutto di noi, perché vuole farci in tutto nuove creature.
Il salmista chiede al Signore "Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo". Chiediamo veramente al Signore che ciò che facciamo in questo periodo sia innanzitutto qualcosa che ci cambi dentro di noi, che cambi il nostro modo di pensare, il nostro modo di vedere le cose, il nostro modo di concepire gli altri. Prepariamoci a diventare nuove creature.
Ecco che San Paolo ci esorta proprio ad accogliere questo momento favorevole che il Signore ci dona, viviamolo intensamente con tutto noi stessi. 
Nel Vangelo emergono tre atteggiamenti che ci devono accompagnare durante la Quaresima: la carità, la preghiera e il digiuno. Ma io nella mia meditazione voglio metterli in un filo diverso, sempre però connessi tra di loro.
Preghiera.
La Quaresima è questo tempo favorevole dove dobbiamo dedicare più tempo al nostro rapporto con Dio, per crescere nell'amicizia con Lui, per riconoscerci sempre di più Figli, e riconoscere Lui come Padre, un Padre misericordioso che dona il Suo Figlio unigenito per noi. Ognuno di noi pensi a diversi momenti di preghiera durante la giornata, anche di pochi minuti da passare da solo con il Signore.
Digiuno.
Anche questo atteggiamento deve aiutarci a farci ritornare a Cristo, all'essenziale. Non ci viene chiesto solo il digiuno dal cibo, anche perché ognuno ha le proprie esigenze fisiche; ma ci viene chiesto di rinunciare a qualcosa che vediamo a cui siamo troppo legati, dove magari è meglio limitarci nel suo utilizzo, per cercare ci non sovrapporre nulla a Dio. Dobbiamo fare penitenza, ma non con tristezza; dobbiamo far rinunce, ma non con musonerie.
Carità.
Tutti e due gli atteggiamenti che abbiamo visto prima devono portarci a riscoprire quanto ognuno di noi è amato da Dio. Questo tempo ci deve far scoprire nel fratello che abbiamo affianco un uomo amato da Dio. La carità non parte dalle grandi cose, ma parte dal stare attenti al fratello, al nostro prossimo che abbiamo affianco a noi, che incontriamo ogni giorni a scuola, al lavoro, per strada; quel prossimo che ogni giorno entra nella nostra vita.

Signore, sono tanti i pensieri che porto nel mio cuore, sono tanti i desideri che ho per questa quaresima, ma quello che arde di più nel mio cuore è il desiderio di stare con Te, di vivere questo tempo all'ascolto della Tua Parola, nutrendomi di Essa e del Tuo Corpo e del Tuo Sangue. Non voglio però far mancare i momenti di digiuno dove possa ricordarmi che SOLO TU SEI L' ESSENZIALE. Tutto però Signore deve portarmi a vivere nell'Amore, quello che scaturisce da Te, che rinnova il mio cuore, lo purifica; e che mi fa diventare prossimo ad ogni persona che incontro per la strada.













venerdì 18 gennaio 2013

Settima di Preghiera per l'Unità dei Cristiani..

Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani.
18 - 25 Gennaio 2013.
"Quel che il Signore esige da noi"


"Quale offerta porteremo al Signore, al Dio Altissimo, quando andremo ad adorarlo? Gli offriremo in sacrificio vitelli, di un anno? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio? Gli daremo in sacrificio i nostri figli, i nostri primogeniti per ricevere il perdono dei peccati? 
In realtà il Signore ha insegnato agli uomini quel che è bene, quel che esige da noi: praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio" (Michea 6,6-8).

Temi della settimana:
  • 1° Giorno: Camminare in dialogo.
  • 2° Giorno: Camminare come corpo di Cristo. 
  • 3° Giorno: Camminare verso la libertà.
  • 4° Giorno: Camminare come figli della terra.
  • 5° Giorno: Camminare come amici di Gesù.
  • 6° Giorno: Camminare oltre le barriere.
  • 7° Giorno: Camminare nella solidarietà.
  • 8° Giorno: Camminare insieme nella celebrazione.


Preghiera Ecumenica.

Signore nostro Gesù Cristo, proclamiamo con gioia la nostra comune identità nel tuo nome, e ti ringraziamo per averci invitato ad un dialogo d’amore con Te.
Apri i nostri cuori, affinché possiamo condividere più perfettamente la Tua preghiera al Padre che tutti siamo una cosa sola, in modo che, mentre camminiamo insieme, possiamo avvicinarci gli uni agli altri.
Donaci il coraggio di portare insieme testimonianza alla verità, e di includere nel nostro dialogo anche coloro che fanno perdurare la divisione.
Manda il Tuo Spirito a renderci capaci di affrontare le situazioni in cui mancano la dignità e la compassione nelle nostre società, nelle nostre nazioni e nel mondo.
Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace.
Amen.


Buon Settimana a tutti, che porti buoni frutti....
UT UNUM SINT. 

martedì 15 gennaio 2013

La Manifestazione del Signore nel tempo ordinario.

La Manifesta del Signore nel tempo ordinario.

Siamo entrati, ormai da qualche giorno, nel Tempo Ordinario dopo avere vissuto questo tempo di Natale, dove abbiamo potuto riflettere  sul grande mistero di Dio che si fa uomo, che viene a condividere la nostra vita, che viene a starci vicino. Il Signore Gesù si è manifestato all'umanità.
Adesso siamo chiamati a vivere da persone che hanno visto il Signore, che hanno contemplato la  manifestazione del Signore nella propria vita. So che ciò che dico può essere difficile, ma è cosi. Parlando con un amico abbiamo riflettuto su come c'è bisogno di riscoprire ogni giorno il grande Amore che Dio ha per l'uomo. Si fa uomo, per poter avere braccia per portarci sulle spalle, piedi per camminare con noi, occhi per mostrarci il suo sguardo d'Amore, orecchie per ascoltarci, bocca...per dirci Ti Amo. Lui è qui tra di noi, dobbiamo metterci noi alla ricerca come hanno fatto i Magi, seguire la nostra stella....qual'è la stella che guida la nostra vita?
Forse non percepiamo ora il grande evento che è capitato più di 2000 anni fa, ma che succede ancora oggi, anche oggi Gesù è nato tra di noi, anche Gesù oggi sta in mezzo a noi e cammina con noi.
Riflettiamo: perché è venuto a condividere la nostra natura umana? E' venuto perché ci ama, perché vuole donarci la vita in pienezza.
Adesso siamo chiamati a vivere questo Tempo Ordinario che ci riporta alla vita di tutti i giorni; dobbiamo vivere adesso quello che abbiamo contemplato con il Natale. Ascoltiamo la Parola di Dio di queste domeniche che seguono.
Poniamoci nel nostro cammino di vita, di fede alcune domande, domandiamoci se veramente viviamo da uomini che hanno contemplato Dio fatto uomo, la Sua manifestazione nel Mondo, il suo farsi nostro compagno di viaggio.
Si il Signore si è fatto nostro compagno di viaggio, per condividere la sofferenza dell'uomo ammalato, delle persone che hanno perso una persona cara, di quel giovane che non sa che fare della propria vita, che non sa cosa gli aspetta nel futuro, poiché esso non si presenta bene, di quel padre e quella madre che lottano giorno dopo giorno per poter arrivare a fine mese, a quella signora anziana che vive sola perché dimenticata da tutti, a quel bambino che ha bisogno di un sorriso. Ognuno sa tante situazioni, ecco cerchiamo di incontrare li il Signore...però ricordiamoci che Lui sta alla porta e bussa, Lui si manifesta, ma siamo noi che dobbiamo accoglierlo, perché il Suo Amore è cosi grande che rispetta la nostra libertà.

"Sei sceso in terra fra noi, con umiltà il Tuo trono hai lasciato per dimostrarci il Tuo Amore"

Signore,
con tutto te stesso, con tutto il Tuo Amore,
sei sceso in Terra tra di noi;
non per condannarci, ma per donarci il Tuo Amore.
Signore Gesù,
non sei nato in un palazzo reale fatto da mani d'uomo,
ma in una grotta tra le opere del creato;
non hai fatto suonare le trombe alla Tua nascita,
ma hai fatto cantare di gioia gli Angeli
e il cuore di coloro che ti hanno visto.
Signore Gesù,
vogliamo veramente vivere questo grande mistero,
vogliamo essere quella culla che ti ha accolto,
quei pastori che ti hanno visto,
quella paglia che ti ha coperto,
quelle stelle e quella luna che hanno dato luce alla Tua nascita: Tu che sei la Luce del Mondo!
Signore,
resta per sempre con me,
fa che ogni giorno possa cogliere la Tua presenza in mezzo a me,
quella mano che mi sorregge, quello sguardo che perdona,
quei piedi che camminano accanto a me,
quella bocca che da parole di conforto,
quelle orecchie che sanno ascoltare il mio bisogno di Te.